Torna nel 2024 l’appuntamento, biennale, con il rapporto per le pari opportunità. La scadenza è canonicamente fissata al 30 aprile 2024 e ci sono tanti buoni motivi per non dimenticarsene.

Come noto il rapporto per le pari opportunità è un adempimento biennale a cui sono tenute le aziende pubbliche e private che occupano più di 50 dipendenti.

L’INL, oltre a comminare sanzioni, può disporre la sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti dal datore di lavoro, nell’ipotesi in cui l’inottemperanza si protragga per oltre dodici mesi (articolo 46, comma 4, del Codice per le pari opportunità tra uomo e donna).

Tra i benefici normativi rientra anche lo sgravio contributivo dell’1% riconosciuto ai datori di lavoro privati in possesso della certificazione della parità di genere, conseguita entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento.

La mancata presentazione del rapporto pertanto può comportare la perdita del beneficio, obbligando i datori di lavoro che hanno beneficiato indebitamente dello sgravio contributivo al versamento dei contributi dovuti, nonché al pagamento di tutte le sanzioni previste dalle vigenti disposizioni di legge in materia.

La mancata trasmissione nei 60 giorni successivi all’invito a regolarizzare, intimato dalla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, comporta l’applicazione della

sanzione amministrativa da 103 euro a 516 euro (articolo 11, Dpr 520/55).

Il protrarsi dell’inadempimento per 12 mesi successivi ai 60 giorni concessi per la regolarizzazione comporta la sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti dall’azienda (art. 46, comma 4, D.lgs. 11 aprile 2006, n. 198).

In caso di rapporto mendace o incompleto, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 5.000 euro (art. 46, comma 4 bis, D.Lgs. 11 aprile 2006, n. 198).