L’industria chimica e farmaceutica passano dalle relazioni industriali per dare un ulteriore sostegno ai 186mila lavoratori e contrastare una dinamica inflattiva che pur dando segnali di raffreddamento si mantiene sostenuta e i costi energetici, pur in una fase congiunturale non delle migliori. Secondo gli ultimi dati forniti da Federchimica, le imprese del settore si sono lasciate alle spalle un 2023 con un calo della produzione del 9% e le stime per il 2024 sono sì di un rimbalzo, ma che si fermerà all’1%. Pur in questo contesto in cui i costi di materie prime ed energia si fanno sentire nei bilanci delle imprese, Federchimica, Farmindustria e Filctem, Femca e Uiltec hanno raggiunto un accordo con cui anticipano a decorrere dal 1° gennaio del 2024 la tranche di 68 euro dell’aumento del contratto collettivo nazionale di lavoro che doveva essere corrisposta da luglio, secondo il rinnovo che era stato siglato a giugno del 2022.

La nuova intesa che è stata raggiunta, prevede l’erogazione di 45 euro come quota della tranche di aumento contrattuale del Trattamento Economico Minimo (TEM) già previsto dal 1° luglio 2024. Nei minimi contrattuali si inserisce anche la cifra di 23 euro, riconosciuta in qualità di Elemento Distinto della Retribuzione (EDR). L’incremento totale previsto è quindi di 68 euro per la categoria D1.