False trasferte e abuso di carta di credito aziendale

La Corte di Cassazione con sentenza 7268 del 4 marzo 2022 ha confermato il licenziamento disciplinare che una Spa aveva irrogato a un proprio dipendente per falsa attestazione di trasferte e abuso nell’utilizzazione della carta di credito aziendale.

Nella vicenda in esame, il lavoratore si era rivolto alla Suprema corte per impugnare la decisione con cui la Corte d’appello aveva condiviso la valutazione già operata in primo grado, in riferimento alla ricorrenza della giusta causa del licenziamento, adeguatamente motivato in merito alla comprovata commissione degli addebiti contestati.

Tra i motivi di doglianza, il ricorrente aveva lamentato l’omesso esame di un fatto controverso e a suo dire decisivo per il giudizio, vale a dire la mancata rilevazione della condotta datoriale in termini di inadempimento scriminante.

La decisione di secondo grado era stata impugnata anche per violazione di legge, laddove era stato ritenuto che i prelievi effettuati dal prestatore fossero non giustificati e non scriminati dall’eccezione di inadempimento della società, in ritardo nell’effettuare i dovuti rimborsi.

Il Collegio di legittimità, ha dunque evidenziato che la Corte di gravame aveva espressamente escluso la buona fede del lavoratore, in quanto consapevole della violazione posta in essere, operando un apprezzamento di fatto del suo comportamento “insindacabile in sede di legittimità, in quanto congruamente argomentato”.