CORONAVIRUS: CAFASSO (CDL, GIUSLAVORISTA E PRESIDENTE AIS), “COME SONO POSSIBILI PAGAMENTI CIG IL 15 SE INPS SA BENE CHE C’E’ ALTRO ED ULTERIORE ADEMPIMENTO?”
Ministro ed INPS rispondano su anomalia FSBA per artigiani. Principio dell’automaticità delle prestazioni non può richiedere vincolo associativo obbligatorio ed accordo sindacale.
14 aprile 2020 – “A due giorni dal fatidico 15 aprile, data in cui i lavoratori, a casa causa emergenza Covid-19, dovrebbero ricevere la Cassa Integrazione, sono a constatare due gravi contraddizioni e anomalie a danno degli stessi. I cittadini, infatti, devono conoscere nei dettagli quali siano le “falle” che impediscono al sistema di funzionare, causando ritardi. L’INPS, in seguito all’invio della domanda di CIG, richiede una seconda integrazione d’informazioni, Modello SR41, attraverso un dettagliato elenco con i nominativi, le ore d’intervento ed il contributo spettante. Sono a chiedere pertanto al Ministro Catalfo: come si sarebbe mai potuto pagare il 15 aprile se è previsto un adempimento obbligatorio successivo alla domanda di CIG? Quando scade il pagamento contributi imposte per le imprese? Il 16 aprile! Come potranno quindi inviare tutta la documentazione le imprese entro il 15 se le stesse e per il tramite dei propri intermediari, sono costrette a doversi sobbarcare tale ulteriore adempimento non certo possibile prima delle chiusura degli adempimenti paghe mensili? Non può sussistere il senso dell’immediatezza se gli adempimenti sono molteplici. Se si voleva semplificare questa operazione bisognava concentrare tutto in un’unica semplice azione. Ma non finisce qui! Problemi in vista, da me già denunciati in una precedente comunicazione, anche per gli artigiani. Il Fondo Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA), infatti, ”legifera” difformemente al DL Cura Italia. Il loro sito obbliga i datori di lavoro al vincolo associativo, invitandoli a regolarizzare la propria adesione ed addirittura, pena la non accettazione della domanda, obbliga le aziende all’impegno alla regolarizzazione ed ancorché successivamente. Obbliga le stesse all’accordo sindacale ed all’invio di un’autodichiarazione correlata alla sospensione e per emergenza Covid-19 che nel decreto Cura Italia non si rinviene! Se è vero come è vero che siamo di fonte ad una “lex specialis” e fermo restando eventuali debitorie, è difficile pensare che le aziende debbano sottostare a questa condizione. Ricordo su tutti il principio dell’automaticità delle prestazioni INPS, di cui agli art. 2116 c.c. e 27 del regio decreto-legge 14 aprile 1939, n. 636 così come modificato dall’art. 40 della Legge 153/69. Come si può consentire pertanto che un Fondo precluda l’accesso alle prestazioni chiedendo l’accordo sindacale e soprattutto l’impegno alla regolarizzazione delle posizioni suppostamente debitiorie in una condizione d’emergenza come quella che viviamo e soprattutto di fronte ad una norma dello Stato che così non si esprime? E’ consentito tutto questo? Noi non lo crediamo! Ma è necessario che il Ministro del Lavoro e l’INPS chiariscano una volta per tutte la portata di una cosiddetta ”fuga in avanti” dell’FSBA. Noi non consentiremo che i già tanto “vessati” artigiani subiscano l’ennesimo sopruso, soprattutto in un periodo come questo, complesso e difficile per tutti. Sappiamo tutti leggere! Ed abbiamo letto! La circolare INPS 47 del 28 marzo diceva tutt’altro! Forse al FSBA sarà sfuggito tutto questo ed è giusto che qualcuno glielo ricordi! Pensare di avere diritto alla cassa integrazione sub conditione è esercizio davvero complesso per chi il diritto lo conosce e lo ha studiato! E allora? Se così fosse spieghiamo pure ai tanti Barbieri, Parrucchieri ed Artigiani che hanno chiuso per ordinanza ed obbligo, che dovranno dimostrare il loro stato di impossibilità a rendere la prestazione! Purtroppo, senza disposizioni chiare ed inequivocabili, che oggi più che mai pretendiamo vengano accettate e non distorte, un paese civile e democratico come l’Italia, vieppiú in un momento così delicato, rischia la assoluta autarchia che nessuno, e credo men che meno i nostri Governanti, potrebbero mai accettare! Si intervenga subito! Il lassismo e soprattutto la non attenta quanto necessaria applicazione delle norme, in questo momento, non potrebbe sopportarsi e nemmeno da un minorenne od inculturato! Così Nino Carmine Cafasso, Consulente del Lavoro, Giuslavorista e Presidente AIS (Associazione Imprese di Servizi), in una lettera aperta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo; al Presidente INPS., Pasquale Tridico; al Direttore Generale INPS, Gabriella Di Michele e al Direttore Centrale DCSIT, Vincenzo Caridi.