Flessibilità in uscita, possibile anticipare o posticipare la pensione

Il Ministero del Lavoro con la direttiva 28/2022  ha reso noto la “flessibilità nell’uscita dal mercato del lavoro”. Esso permette di decidere ai lavoratori di anticipare o posticipare il loro addio al lavoro, fermo restano l’età ordinaria pari a 67 anni. Quindi, in caso di pensione anticipata, si riceverà un assegno minore, mentre in caso di posticipo dal lavoro si riceverà un importo più alto.

La direttiva giunge quando è prossima l’uscita dalla pandemia. Se nel periodo del Covid-19 sono state garantite le misure per evitare perdita di posti di lavoro e assenza del reddito ai cittadini, ora è tempo di cambiare direzione per traghettare verso un’economia più innovativa e sostenibile, dal punto di vista ambientale, e più inclusiva sotto il profilo sociale.

Riforma degli ammortizzatori e centri per l’impiego, gli obiettivi

La direttiva, tra l’altro, chiede di dare completa attuazione alla riforma degli ammortizzatori Si tratta, evidentemente, delle novità della Legge Bilancio 2022 che mirano a universalizzare la cassa integrazione.

Inoltre, si prevede il rafforzamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive per vari scopi: promozione dell’occupazione di giovani, donne e soggetti vulnerabili. Altro obiettivo è il rafforzamento della prevenzione, mediante l’aggiornamento delle norme sulla sicurezza e il rafforzamento della funzione ispettiva dell’INL.

Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, rendere operativo il “SINP”

Si prevede, inoltre, l’istituzione della “Direzione generale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”, recante il compito di vigilare e monitorare l’attuazione, nei luoghi di lavoro, della disciplina sulla sicurezza. L’obiettivo è realizzare e rendere operativo il “SINP” dopo la riforma dell’anno scorso.

Pensioni, maggiore flessibilità in uscita

Come anticipato in premessa, si prevede un intervento sul sistema pensionistico, attraverso il dialogo e il confronto con le parti sociali, volto a garantire un sistema equo e flessibile nell’uscita dal mercato del lavoro.

In pratica, si consente – a partire dall’età ordinaria di pensionamento (67 anni per il 2022) – di anticipare/posticipare l’effettiva età di pensionamento agendo sul calcolo della pensione. Già oggi il sistema funziona in questi termini, ma al solo fine di preservare i conti pubblici.