Min.Lavoro: Comunicazioni Obbligatorie – la Nota relativa al IV trimestre 2021
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato, in data 7 marzo 2022, la Nota trimestrale relativa al IV trimestre 2021, tratta dal Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro.
La Nota descrive le attivazioni, le trasformazioni a tempo indeterminato e le cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato. Inoltre, vengono descritte le consistenze e le dinamiche tendenziali dei tirocini extracurriculari.
Nel quarto trimestre del 2021, le attivazioni dei contratti di lavoro, calcolate al netto delle trasformazioni a Tempo Indeterminato, sono risultate pari a 2 milioni e 889 mila,
in aumento del 23,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (pari a +550 mila contratti), e hanno riguardato 2 milioni e 143 mila lavoratori, con un aumento tendenziale di +19,6% (pari a oltre 351 mila individui) (Grafico 1).
Considerando anche le trasformazioni a Tempo Indeterminato, pari a poco più di 243 mila, il numero complessivo di attivazioni di contratti di lavoro raggiunge 3 milioni 132 mila, in crescita del 22,9%, pari a 583 mila attivazioni in più rispetto al corrispondente periodo del 2020.
L’aumento delle attivazioni ha coinvolto in misura maggiore il Nord (+29,8%) rispetto al Centro (+19,5%) e al Mezzogiorno (+16,7%).
La crescita dei rapporti ha determinato un aumento della quota percentuale di attivazioni nei Servizi sul totale, pari al 75,7%, in aumento di 1,7 punti percentuali rispetto a quella osservata nello stesso trimestre dell’anno precedente. Le attivazioni nel settore delle Costruzioni, che rappresentano il 7,0% del totale, registrano nel quarto trimestre del 2021 la crescita tendenziale maggiore, con un aumento del 35,9%, che risulta superiore negli uomini (+36,1%) rispetto alle donne (+32,8%). Al contrario, nel settore dell’Industria in senso stretto, che mostra un incremento del 24,9%, le attivazioni dei rapporti di lavoro delle donne presentano una variazione superiore (+30,9% a fronte di +22,6% per gli uomini). Il settore dell’Agricoltura, che con 266 mila attivazioni assorbe l’8,5% del totale, fa registrare un calo (-5,1%), riconducibile quasi esclusivamente alla diminuzione della componente maschile (-6,8% contro -0,3% per la componente femminile).
Le attivazioni dei contratti a Tempo Indeterminato, comprensive di 243 mila trasformazioni (di cui circa 201 mila da Tempo Determinato e circa 42 mila da Apprendistato), determinano un complessivo flusso in ingresso verso il Tempo Indeterminato pari a 689 mila, in aumento tendenziale di 85 mila attivazioni (+14,1%), che risulta superiore rispetto alle 629 mila cessazioni a Tempo Indeterminato.
La dinamica delle trasformazioni contribuisce al positivo andamento del flusso in ingresso verso il Tempo Indeterminato, spiegato per il 38,8% dall’incremento delle trasformazioni a Tempo indeterminato (pari a +33 mila).
Le attivazioni dei rapporti a tempo Determinato, pari a un milione 921 mila, mostrano un incremento del 19,5% (+313 mila rapporti di lavoro) e con tassi nettamente superiopri crescono anche quelle relative ai contratti di Apprendistato (+58,8%) e quelle appartenenti alla tipologia contrattuale Altro, costituita per lo più da contratti di lavoro intermittenti (+84,0%). I contratti di Collaborazione diminuiscono, invece, dell’3,6% rispetto alllo stesso trimestre del 2020.
L’aumento dei lavoratori attivati viene determinato per effetto di un maggiore aumento negli uomini (+22,6%) rispetto a quello delle donne (+16,4%). La crescita registrata è maggiormente evidente per gli individui con età fino a 24 anni (+56,3% per le donne e +47,0% per gli uomini).
Il numero di attivazioni pro-capite passa da 1,31 nel quarto trimestre del 2020 a 1,35 nel quarto trimestre del 2021.
Nel trimestre in esame si registrano 3 milioni 497 mila cessazioni di contratti di lavoro, con un incremento pari al 18,7% (+551 mila unità) rispetto allo stesso trimestre del 2020. Al numero di cessazioni osservate nel trimestre si associano 2 milioni 663 mila lavoratori, con un incremento di 335 mila individui (pari a +14,4%).
La crescita tendenziale delle cessazioni (+18,7%) risulta inferiore rispetto a quella osservata per le attivazioni (+23,5%), così come l’aumento tendenziale dei lavoratori cessati (+14,4%) è minore di quello dei lavoratori attivati (+19,6%).
I rapporti di lavoro cessati registrano un incremento che interessa in misura superiore la componente femminile (+19,4%) nei confronti di quella maschile (+18,2%) ed è esteso a tutte le ripartizioni geografiche, mostrando un tasso di variazione superiore nel Nord (+23,9%, pari a +275 mila), rispetto al Centro (+19,9%, pari a +132 mila) e al Mezzogiorno (+12,8%, pari a +144 mila).
Nel settore dei servizi, in cui è concentrato il 64,2% delle cessazioni, i rapporti giunti al termine sono cresciuti in termini tendenziali del 27,1% (pari a +479 mila unità). Nel settore industriale, che rappresenta il 13,2% del totale dei rapporti cessati, le Costruzioni registrano la crescita più elevata in termini percentuali (+23,9%, pari a +35 mila) rispetto a quella osservata nell’Industria in senso stretto (+21,2%, pari a +49 mila). A fronte della crescita delle cessazioni nei Servizi e nell’Industria, nel settore Agricolo i rapporti di lavoro cessati subiscono una diminuzione (-1,4%, pari a -11mila).
Le dinamiche tendenziali delle cessazioni registrano una variazione di segno positivo estesa a tutte le tipologie contrattuali, con l’eccezione dei Contratti di collaborazione: l’incremento maggiore si registra per l’Apprendistato (+62%), che rappresenta una quota poco elevata (2,1%) rispetto al totale delle cessazioni, a fronte di una variazione pari a +31,7% per i rapporti di lavoro a Tempo Indeterminato e +13,6% per i Contratti a tempo Determinato, che rappresentano la quota maggiore (66,8%) rispetto al totale dei contratti. Una percentuale di crescita superiore si rileva nella tipologia contrattuale Altro (+37,2%), mentre i Contratti di Collaborazione decrescono del 3,3%.
Il confronto con il quarto trimestre 2020 mostra un incremento in tutte le classi di durata in particolare nei rapporti di durata più breve, quelli pari ad un giorno (+56,5%) e quelli pari a 2-3 giorni (+59,0%).
Tra le cause di cessazione le variazioni tendenziali maggiormente significative si registrano nelle Dimissioni, con un incremento del 42,3%, pari a +166 mila rapporti cessati e nei Licenziamenti, che crescono del 45,8% (+62 mila). Decrescono invece i rapporti cessati causa pensionamento (-1,5%), così come quelli per Cessazione di attività (-5,0%) e per Altre cause (-2,8%).
Relativamente ai contratti di lavoro in somministrazione, nel quarto trimestre del 2021 si registrano 370 mila attivazioni e 416 mila cessazioni, in crescita rispettivamente del 27,3% e del 35,5% rispetto allo stesso trimestre del 2020. La media trimestrale delle attivazioni rilevata nel 2021 risulta pari a 334 mila, in aumento del 27,9% rispetto a quella osservata nel 2020 (pari a 261 mila), mentre per le cessazioni la media del 2021 si attesta a 329 mila, con un incremento del 29,2% rispetto al 2020.
Nel quarto trimestre del 2021, le attivazioni dei tirocini extracurriculari sono risultate pari a circa 92 mila, in aumento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (+32,7%, pari a +23 mila tirocini) soprattutto per la componente femminile (+37,4% contro +28,2% per la componente maschile).
Nelle regioni del Nord si osserva il più elevato numero di tirocini attivati, pari nel quarto trimestre del 2021 a circa 48 mila, corrispondente al 52,1% del totale nazionale (a fronte del 18,3% del Centro e del 29,5% del Mezzogiorno).
Il 76,5% del totale delle attivazioni di tirocini extracurriculari risulta concentrato nel settore dei Servizi, che mostra un aumento pari a +35,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. L’Industria, con una crescita meno intensa, pari a +25,1%, rappresenta il 22,5% dei tirocini avviati nel complesso delle attività economiche. Il settore dell’Agricoltura, che assorbe appena l’1,0% del totale, fa registrare un aumento pari a +4,4%.
I principali promotori di tirocini extracurriculari sono rappresentati dai Soggetti autorizzati alla intermediazione dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (29,3%) e dai Servizi per l’impiego (28,0%) mentre la maggior parte dei tirocini è stata avviata a favore di soggetti disoccupati o inoccupati (76,8%). I tirocini promossi a favore di persone fragili costituiscono il 14,3% del totale, con una prevalenza per quelli svolti da persone prese in carico dai servizi sociali e/o sanitari (8,1%) e soggetti svantaggiati (4,1%) rispetto ai tirocini promossi a favore di disabili (2,1%).
Le cessazioni, nel quarto trimestre 2021, hanno interessato circa 85 mila tirocini, la maggior parte dei quali (74,7%) ha avuto una durata compresa tra 91 e 365 giorni.