Reddito di Cittadinanza, chiarite le questioni controverse

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sul proprio sito istituzionale, nella sezione “notizie”, rende noto che il Comitato scientifico di valutazione del RdC ha pubblicato “dieci domande e risposte” sulla misura.

Le schede tematiche hanno l’obiettivo di approfondire alcune questioni controverse e di contrastare i diffusi luoghi comuni riferiti all’utilizzo del Reddito di Cittadinanza.

Ogni risposta si basa sui dati ufficiali derivanti da Inps, Anpal e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

I temi trattati sono i seguenti:

  • contrasto alla povertà e politiche attive del lavoro;
  • il fenomeno della povertà;
  • accesso e importi;
  • condizionalità;
  • lavoro;
  • lavoro e reddito di cittadinanza;
  • confronto internazionale.

Il Reddito di Cittadinanza nasce prevalentemente come strumento di contrasto alla povertà, individuale e familiare. Il requisito di accesso alla misura non deriva dall’inoccupazione del soggetto interessato ma dall’insufficienza delle risorse proprie e del nucleo familiare.

La misura consente di garantire il soddisfacimento dei bisogni fondamentali permettendo una vita dignitosa per sé e la propria famiglia.

L’obiettivo di trovare un’occupazione non sempre viene realizzato, in parte a causa:

  • della carenza delle politiche attive del lavoro;
  • dell’inefficienza dei centri per l’Impiego che non è in grado di attuare le opportune misure.

Non vi è perfetta coincidenza tra i poveri assoluti identificati dall’ISTAT e coloro che percepiscono il RdC. Nello specifico l’ISTAT stima l’incidenza della povertà con riferimento alla spesa per i consumi.

La povertà assoluta viene stimata in base al costo di un paniere di beni individuato come essenziale, sulla base del numero e dell’età dei componenti della famiglia ed in considerazione della diversità dei prezzi tra le aree territoriali e i comuni di diversa ampiezza.

Pertanto, la stessa spesa di consumi differisce in base alla composizione della famiglia e al luogo in cui si vive (ad esempio, si potrebbe essere considerati poveri in una città del Nord, ma non in un comune del Mezzogiorno).

I gruppi penalizzati dalle condizioni previste per l’accesso sono i minorenni e le famiglie numerose anche con minorenni, gli stranieri e le loro famiglie.

Nel primo gruppo (minori e famiglie numerose) la penalizzazione riguarda il calcolo della misura spettante e chi possiede un patrimonio appena superiore alle soglie di esclusione, ma con un reddito molto più basso di chi invece percepisce il RdC.

Nel secondo gruppo (stranieri) le penalizzazioni riguardano il requisito di residenza legale in Italia di almeno dieci anni, di cui gli ultimi due continuativi.

Il Comitato ha presentato alcune proposte per contrastare le penalizzazioni:

  • eliminare, soprattutto in riferimento al patrimonio mobiliare, la soglia rigida e includere una parte di esso nel calcolo del reddito (o potere d’acquisto);
  • portare il requisito di residenza in Italia da 10 a 5 anni, allineandolo a quello per il permesso di lungo soggiorno;
  • in alternativa all’utilizzo della più generosa scala di equivalenza ISEE anche per la valutazione del reddito, eliminare la distinzione tra adulti e minorenni;
  • portare il coefficiente massimo da 2,1 a 2,8 (2,9 in presenza di persone con disabilità).

Che cosa viene richiesto a chi riceve la misura

A coloro che percepiscono il RdC si richiede:

  • il soddisfacimento dei requisiti monetari;
  • il rispetto delle condizioni riguardanti la disponibilità a seguire percorsi di inserimento lavorativo o di inclusione sociale;
  • gli obblighi di partecipazione;
  • la sottoscrizione di una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (DID);
  • la sottoscrizione di un Patto per il Lavoro;
  • di garantire la propria disponibilità a partecipare a progetti utili alla collettività (PUC).

Nel caso di inadempienza di uno dei membri della famiglia beneficiaria del RdC verrà sanzionata la famiglia, con conseguente decurtazione di una o più mensilità, ed eventuale perdita del beneficio.

Il Comitato scientifico di valutazione ha proposto di richiedere la DID soltanto a coloro che siano stati indirizzati ai CpI, al fine di ridurre gli inutili adempimenti burocratici.

Con l’ultima legge di Bilancio la domanda di RdC resa dall’interessato all’INPS, equivale alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro.

Patto per il lavoro

Il Patto per il lavoro consiste nel percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo.

Il beneficiario stipula il patto con i Centri per l’impiego o con le agenzie private accreditate e dovrà rispettare sia gli obblighi relativi alla ricerca attiva di un lavoro, sia l’accettazione di eventuali offerte di lavoro.

Le proposte del Comitato scientifico di valutazione sono state recepite dalla legge di bilancio 2021, in particolare:

  • includere nell’offerta congrua anche i contratti a tempo indeterminato part-time o full time di durata inferiore ai 3 mesi;
  • la congruità del contratto di somministrazione di durata non inferiore a tre mesi;
  • la previsione di una soglia minima mensile di 858 euro, da riparametrare in base all’orario di lavoro.

In quanti hanno trovato lavoro?

Nel periodo compreso tra marzo 2019 e la fine di settembre del 2021, il numero totale di beneficiari che sono transitati nelle politiche del lavoro è stato pari a 1.808.278.

Inclusione sociale

Il Patto per l’inclusione sociale (PaIS) consiste nell’accordo tra i beneficiari e le loro famiglie con i servizi sociali e contiene i dettagli del percorso di inclusione sociale che gli stessi dovranno intraprendere per il periodo in cui percepiranno la misura del RdC.

Il PaIS non è riferito a tutti i beneficiari del RdC, ma soltanto a coloro che hanno ricevuto la convocazione dai servizi

Sociali.  Sin da subito saranno avviati dei colloqui con gli assistenti sociali per analizzare la loro situazione e indicare il percorso più adatto.

Il Patto rappresenta sia un’opportunità che un impegno. L’assenza dalle attività concordate comporta la sospensione o la decadenza dal Reddito di Cittadinanza.

Tuttavia questo percorso – considerando l’alta platea di beneficiari della misura – sta incontrando non poche difficoltà dovute all’emergenza sanitaria e dalla carenza del personale dei servizi sociali.

Attività lavorativa e Reddito di Cittadinanza

Il lavoratore che presta attività lavorativa dipendente subirà la riduzione della misura del Reddito di Cittadinanza per ogni euro guadagnato, pari a 80 centesimi. Una riduzione così elevata può scoraggiare l’accettazione di un lavoro spingendo il lavoratore verso il lavoro irregolare.

Al fine di scongiurare il ricorso al lavoro in nero, il Comitato scientifico ha proposto di ridurre le decurtazioni in caso di accettazione di un lavoro.

Progetti Utili alla Collettività (PUC)

I Progetti Utili alla Collettività (PUC) sono iniziative progettuali promosse dai Comuni sui propri territori, in favore dei soggetti percettori del reddito.

Le attività previste in questi progetti possono essere culturali, sociali, ambientali, formative, artistiche e di tutela dei beni comuni.

A partire da marzo 2019 fino ottobre 2021 sono stati circa 12.000 i PUC (in media sono stati predisposti 4 PUC a Comune). Le problematiche sono legate ai tempi di progettazione e realizzazione, alla lunghezza dei tempi che gli operatori dei servizi impiegano per selezionare e assegnare le risorse ai progetti e, in ultimo, alla sospensione di ogni attività rivolta ai beneficiari di RdC, derivante dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

La legge di bilancio 2021-2022 ha previsto l’obbligo di impiego nei PUC di almeno 1/3 dei beneficiari di RdC, pertanto tutti i Comuni dovranno adoperarsi al fine di rendere concreto questo progetto nei propri territori.

RdC e confronto internazionale

Le differenze tra l’Italia e gli altri Paesi sono molto rilevanti, anche in relazione al grado di copertura del reddito offerto dalla misura di reddito minimo.

Si rileva l’insufficiente capacità di creare occupazione e l’inefficienza dei centri per l’impiego.

Altre notevoli differenze riguardano le condizioni di accesso ai benefici, la governance territoriale, il riferimento alla famiglia o al singolo individuo nella definizione dell’importo del sussidio e delle condizionalità, la durata dei benefici e le forme specifiche della condizionalità.

Nel contesto europeo, il Reddito di Cittadinanza italiano si caratterizza per:

  • condizioni di accesso molto restrittive;
  • per una elevata generosità del sussidio;
  • per la debolezza dei sistemi di avviamento al lavoro e di inclusione sociale;
  • per l’insufficienza dei meccanismi di incentivo per la ricerca e l’accettazione del lavoro.