Reddito di cittadinanza: non spetta a chi si rovina con il gioco
La Corte Costituzionale con sentenza 54 del 29 marzo 2024 ha precisato che è legittimo e ragionevole che il Legislatore abbia escluso dal Reddito di cittadinanza (Rdc) chi si sia rovinato con il gioco.
La Consulta, in particolare, ha rigettato le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Foggia, in riferimento agli articoli 2 e 27 della Costituzione, nonché ai principi di uguaglianza sostanziale e di tassatività delle norme penali, di cui agli articoli 3, secondo comma, e 25 della medesima Carta costituzionale.
Sul punto, la Consulta ha chiarito che il Rdc risulta strutturato in modo da non poter venire in aiuto alle persone che, in forza delle vincite lorde da gioco conseguite nel periodo precedente alla richiesta, superino le soglie reddituali di accesso, anche se, a causa delle perdite subite, sono rimaste comunque povere.
La giocata on line, del resto, assume il carattere di una qualunque spesa, in questo caso voluttuaria, che la persona ha effettuato con un reddito di cui ha la disponibilità, coincidente con l’accreditamento delle vincite sul suo conto gioco: va escluso, ciò posto, che la solidarietà pubblica possa farsi carico di una spesa di tal genere.
In conclusione – si legge nella decisione della Corte costituzionale – ciò che lo Stato è tenuto a combattere non è la povertà da ludopatia, ma la ludopatia stessa, ostacolo al pieno sviluppo alla persona.