Cassazione: comportamento doloso del dipendente e licenziamento
La Sezione lavoro della Corte di Cassazione con ordinanza 14043 del 21 maggio 2024 si è occupata della vicenda di un lavoratore, licenziato senza preavviso a seguito del tentato furto operato ai danni della società committente del proprio datore di lavoro.
Il dipendente era stato arrestato in flagranza mentre si era introdotto in un’area recintata, di proprietà della società, dove si trovavano due cisterne di gasolio da cui aveva asportato 200 litri di gasolio.
Il licenziamento per giusta causa era stato confermato sia in primo che in secondo grado.
Il prestatore aveva comunque adito la Suprema Corte, davanti alla quale aveva lamentato, tra i motivi, la non proporzionalità della sanzione e una violazione ed errata applicazione del Contratto collettivo di riferimento.
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa, affermando che le previsioni del contratto collettivo sono esemplificative e non vincolanti, permettendo una valutazione autonoma del giudice sulla gravità della condotta.