CIG COVID: L’INCUBO DELLE 13 SETTIMANE E’ DI NUOVO UN TORMENTONE
Qualche anno orsono i fratelli Righeira coniavano una canzone tormentone per il tempo…”L’Estate sta finendo e “il tempo” se ne va…”
Era una Italia diversa, ricca di immaginazione, competenze, innovazione e tanto altro!!
Oggi resta un tormentone che per quanto tale continua a rallegrare il mondo di chi ha conosciuto quel tempo e quelle emozioni e che guarda al tempo di ieri con tanta nostalgia!
Siamo al 31 agosto e se l’estate non è finita, sta di certo finendo e, per tanti, non è proprio cominciata!
Il Decreto Sostegni Bis aveva stabilito una CIG COVID per 13 settimane, decorrenti dal 1 aprile 2021 a tutto il 30 giugno.
Anche la Legge di Bilancio aveva previsto una CIG COVID dal 1 gennaio a tutto il 31 marzo 2021.
Nella più recente disposizione del Decreto Sostegni Bis il Legislatore aveva pensato di essere più preciso evitando il dilemma e le diatribe, già nate con la Legge di Bilancio, pensando di identificare il periodo aprile-giugno con 13 settimane.
Purtroppo non è stato sufficiente…o, al momento, le ferie agostane della Pubblica Amministrazione ci devono imporre di giustificare la non attenta lettura della prassi amministrativa pur emanata dall’INPS, nonostante molti di loro fossero a godersi un agognato e, sicuramente meritato riposo estivo.
Da più parti, purtroppo, giungono notizie di provvedimenti di reiezione per l’ultima settimana di giugno 2021 che, sposando una prassi consolidata dell’ente INPS, sarebbe la 14esima settimana di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.
Orbene, da Consulente del Lavoro e quale Presidente di un’Associazione Datoriale, non mi sento di affondare le mie doglianze nei confronti dell’ente INPS.
Di contro, devo registrare un’assoluta non assonanza dell’interesse politico rispetto alla disciplina ed alla prassi amministrativa dell’ente di Previdenza.
Di certo mi batterò e mi impegnerò per far sì che vi sia assonanza e condivisione assoluta oltre che linearità di lettura tra la prassi amministrativa degli Enti e la scrittura delle norme ma, forse, potrebbe non bastare!
Un consiglio…………
Se forse la norma venisse scritta nelle desiderata dell’Ente, probabilmente (uso il condizionale perché penso di non essere l’unico ad averlo proposto), noi operatori del settore e tutte le imprese comunque coinvolte nei processi normativi e di prassi, ne potremmo trarre giovamento assoluto!.
Non posso, in coscienza, oggi quanto ieri, condannare ma inevitabilmente stigmatizzare e pragmatizzare i comportamenti che giungono all’evidenza di tutti ma, altresì, non posso non conclamare l’evidente dicotomia tra il disegno politico e la prassi amministrativa che, per colpe che non sta a me addossare, coinvolge e talvolta mette in ginocchio, gli operatoti del sociale e le tante imprese che sostengono il sostrato economico di questa Italia che, nonostante tutto, continuo ad amare, a rispettare ed a vivere ad ogni livello!!
Gli inviti sono per Tutti…ascoltarne e comprenderne la portata resta, purtroppo, sentimento dei pochi che molti definirebbero nostalgici ma che io definisco da sempre portatori di un emblema…portatori di un’idea…figli di un vessillo che non può che non appartenere al mondo delle imprese, al mondo di quelle imprese che con il loro contributo ogni giorno contribuisce a rimarcare i meriti di un Made in Italy, senza se e senza ma, ma con la forza del lavoro, dell’impegno, della cultura e dell’abnegazione assoluta ad un disegno sposato già prima del suo varo!
Nino Carmine Cafasso
Consulente del Lavoro
Presidente Associazione Imprese di Servizi