Reddito di cittadinanza, sequestro per omesse dichiarazioni
La Corte di Cassazione con la sentenza 34121 del 15 settembre 2021 ha chiarito che non può sussistere la misura del RdC per chi ha un familiare condannato con aggravante mafiosa.
Nella vicenda al vaglio della corte una donna, al fine di percepire il reddito di cittadinanza, aveva omesso di dichiarare che un componente del suo nucleo familiare era stato condannato in ordine a un reato con aggravante mafiosa.
L’indagata si era rivolta alla Suprema corte per impugnare la decisione del Tribunale del riesame, confermativa della misura cautelare.
La stessa aveva sollevato un unico motivo di ricorso, evidenziando che nel modulo di domanda INPS per accedere al RdC non era affatto specificato il riferimento all’aggravante di cui all’art. 416 bis1 del Codice penale, nel senso che nella modulistica erano richiamati solo gli art. 270 bis, 280, 289 bis, 416 bis, 416 ter, 422 e 640 bis, senza alcun cenno alla predetta circostanza.
Gli Ermellini hanno ritenuto che nel caso in esame non fosse configurabile né una violazione di legge né un’apparente motivazione, atteso che il Tribunale del riesame aveva adeguatamente illustrato le ragioni poste a fondamento della propria decisione, attraverso una valutazione critica degli elementi indiziari a sua disposizione.
Era infatti pacifico che la donna, nella domanda volta al conseguimento del reddito di cittadinanza, avesse omesso di dichiarare che il coniuge era stato condannato per delitti aggravati ai sensi dell’art. 416 bis1 c.p.
Pertanto in riferimento al caso di specie gli Ermellini hanno ritenuto che la donna non dovesse beneficiare di tale misura assistenziale a causa di omesse dichiarazioni.