Reddito di libertà: a chi spetta e come richiederlo

L’INPS ha pubblicato la circolare n. 166 del 8 novembre 2021 per fornire indicazioni sul Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza, erogata dall’INPS, previa richiesta tramite il modello di domanda predisposto dall’Istituto e allegato al documento di prassi.

Requisiti di accesso

Il Reddito di Libertà è stato introdotto con l’obiettivo di favorire, attraverso l’indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza in condizione di povertà e consiste in un contributo economico di 400 euro mensili concesso in un’unica soluzione per massimo dodici mesi.

Il contributo in riferimento è destinato alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia.

La misura è incompatibile con altri strumenti di sostegno al reddito come il Reddito di cittadinanza o altri sussidi economici anche di altra natura (ad esempio, Rem, NASpI, Cassa integrazione guadagni, ANF, ecc.).

Presentazione della domanda

La domanda per il Reddito di Libertà viene presentata dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, per il tramite del Comune competente per residenza, utilizzando il modello allegato alla circolare stessa.

La domanda deve contenere i riferimenti riguardanti l’attestazione della condizione di bisogno ordinario o la condizione di bisogno straordinaria e urgente, rilasciata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale, e la dichiarazione che attesta il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, rilasciata dal legale rappresentante del centro antiviolenza.

Regime fiscale e compatibilità

Il Reddito di libertà è esente dall’imposta sul reddito delle persone fisiche ed è compatibile con altri strumenti di sostegno al reddito, come il Reddito di cittadinanza e con la fruizione di eventuali altre misure in denaro a favore dei figli a carico, erogate dalle Regioni, Province autonome di Trento e di Bolzano e dagli Enti locali, o di altri sussidi economici a sostegno del reddito (Rem, NASpI, ecc.).