UN ESECUTIVO CHE NON SA LEGIFERARE: BONUS 200 EURO…LE COSE SEMPLICI NON APPARTENGONO A QUESTO MONDO!!

Bonus 200 euro!!!

I più dotti si fanno tante domande…ma loro hanno cultura! Dal 17 maggio assistiamo all’ennesimo infelice siparietto che, ancora una volta, ci accomuna ad un ” bulgaro” controllo di cui speravamo la telematica avesse da tempo posto rimedio. 

E invece no! 

A pagare lo scotto di una norma controversa, e per nulla chiara, saranno sempre le imprese, quei datori di lavoro che saranno costretti a collazionare, controllare e, addirittura, esprimere un giudizio di legittimità sulla spettanza o meno, di questa nobile iniziativa del Governo! 

E dovranno assumertene anche la responsabilità in presenza di non chiare certificazioni da parte dei lavoratori. 

Ma è giusto tutto questo??

E’ coerente nello spirito della  deburocratizzazione addossare alle aziende un ulteriore onere? 

Non sarebbe stato piu’ semplice, come per l’assegno unico universale, fare in modo che l’ente INPS erogasse direttamente? 

Imperversa la logica della contraddizione! 

Ci hanno insegnato il senso dell’autocertificazione, il senso della responsabilità, hanno coniato istituti figli di una centralità dello Stato lontana dalle logiche moderne ma oggi, inspiegabilmente, ritorna di “gran moda” la figura del datore di lavoro quale unico responsabile e gestore di un Bonus che, nello spirito, vive la nobiltà del gesto ma che, nelle facenze, diventa un nuovo faticoso adempimento che, ancora una volta, vede, quale attore principale, l’Impresa, il datore di lavoro e tutta la filiera allo stesso collegata. 

Si preclude la possibilità di usufruire del bonus a quei lavoratori che non sottoscrivano l’autocertificazione ma l’adempimento e l’intera gestione è addossata a quei datori di lavoro che questo Governo, da mesi, ha riempito di inutili proclami, finalizzati a ridurre oneri di spesa, cuneo fiscale e burocrazia. 

Non possiamo che chiederci il senso e la coerenza sull’intera vicenda ma, soprattuto, non possiamo accettare che le imprese, ancora una volta, si vedano e si ritengano responsabili di un’eventuale non corretta erogazione laddove la stessa discenda  da un obbligo e non da una facoltà. 

Pensare che in questa Nazione l’interazione dei sistemi informatici non sia mai un vantaggio per le imprese ma costituisca un contorto e distorto utilizzo, sempre a discapito degli imprenditori, è un dato inaccettabie e vespaio pericoloso per le tante corrette imprese che giammai vorrebbero essere tacciate di irregolarità contributiva per aver semplicemente adempiuto ad un nobile intento con le più farraginose discipline. 

E’ assolutamente impensabile che la prossima conversione in legge del decreto Bonus 200 euro non possa tener conto dell’ormai incontenibile malcontento che quotidianamente la stampa specializzata e non rappresenta al Governo, alle Istituzioni ed agli enti tutori in materia di disciplina e gestione del pur importante contributo che il Governo ha ritenuto di riconoscere ai lavoratori tutti. 

Da tecnici le domande senza risposta sarebbero tante, da gestori della tutela e della salvaguardia degli imprenditori i quesiti sarebbero innumerevoli, basterebbe uno per tutti: i tirocinanti! 

Non sono lavoratori subordinati, e ben lo sappiamo, ma sono titolari di un reddito, per lo più ridotto e certamente, ancorché in formazione, lavoratori come tutti. 

Quanti tirocini oggi l’Italia vanta di tanti giovani e non, che potranno essere una buona parte della generazione lavorativa attiva del nostro paese?? E perché escluderli?…Solo perché non sono lavoratori subordinati? 

L’auspicio più grande è che i tanti dubbi, le più profonde perplessità e le tante contraddizioni di questo decreto possano trovare correzioni e modifiche che il mondo degli imprenditori non potrà che raccogliere con la gioia ed il giubilo della festa. 

Chiedere, denunciare, rappresentare ma, oggi, soprattutto sperare sono i sentimenti piu’ nobili che accompagneranno il mondo delle imprese e dei professionisti ancora lungimiranti nella logica di un necessario cambiamento di rotta. 

Nino Carmine Cafasso