Caporalato: sì al sequestro diretto del profitto del reato

La Corte di Cassazione con sentenza 29397 del 25 luglio 2022 ha chiarito che è legittimo il sequestro preventivo in vista della confisca diretta della somma costituente il profitto del delitto ex art. 603-bis, commi 2, 3 e 4 n. 1, cod. pen.

La fattispecie al vaglio della Corte ha ad oggetto un ricorso di un  soggetto, raggiunto da sequestro preventivo nella quale era stato lui addebitato il concorso, quale amministratore di una società, nel reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Le condotte contestate, in particolare, erano consistite nella corresponsione di retribuzioni difformi da quelle previste dai contratti collettivi, di gran lunga inferiori rispetto al numero di ore di lavoro effettivamente prestate, con imposizione, peraltro, ai lavoratori di restituire parte delle somme dovute, come risultanti dalle buste-paga, nonché di firmare verbali di conciliazione con cui rinunciare a far valere i loro diritti in sede giudiziaria per il lavoro straordinario svolto.

Il tutto, con violazione delle norme regolanti la disciplina del riposo e delle norme in materia di sicurezza e di igiene nonché con l’aggravante di avere commesso il fatto in danno di un numero di lavoratori impiegati superiori a tre.

Gli Ermellini hanno chiarito che la riferibilità dell’arricchimento patrimoniale alle indicate condotte palesa appieno la sussistenza del nesso di pertinenzialità tra il denaro sequestrato e l’attività illecita svolta, necessario per il sequestro a fini di confisca diretta.