Colf e badanti: l’assunzione conviene sempre

Assindatcolf, sul proprio sito internet, ha ricordato che il datore di lavoro che omette o ritarda la comunicazione di assunzione all’INPS può incorrere in una sanzione che va da 100 ai 500 euro.

Se non vengono pagati i contributi, la sanzione è pari al 30% dei contributi dovuti per ogni anno di mancato versamento (con un tetto totale massimo del 60% del contributo non versato).

Ancora più grave è il caso di una famiglia che occupa una colf o una badante non comunitaria senza permesso di soggiorno o con permesso scaduto o revocatoer la legge italiana questo è un reato punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa di 5mila euro per ogni dipendente.

Assumere colf e badanti mettendo nero su bianco i dettagli del proprio rapporto di lavoro è l’unico modo per tutelare davvero tutti.

Infatti in caso di lavoro irregolare, il lavoratore può avvalersi in sede civile contro il datore di lavoro. Questo comporterà quasi inevitabilmente l’apertura di una vertenza con le conseguenze indicate al punto precedente. Quindi in questo caso per la famiglia sarebbe un doppio danno: la causa civile e la causa di lavoro.

Solo con un contratto regolare è possibile essere certi che tutto verrà gestito nel migliore dei modi e senza imprevisti negativi sulla nostra economia familiare.

Inoltre, è bene ricordare che in caso di infortunio di un lavoratore regolarmente registrato, l’evento deve essere comunicato all’Inail entro tre giorni. In caso contrario scatta una sanzione va da 1.096 a 4.932 euro.

Di solito le prime preoccupazioni di chi offre un lavoro domestico sono legate agli aspetti economici e legali. Ma presto si scopre che assumere colf o badanti impatta moltissimo sulla sfera dei rapporti umani.

Ricordiamoci che quando impieghiamo una persona al nostro servizio diventiamo in qualche modo simili ad un’azienda. E oramai tutti sanno bene quanto le aziende abbiano imparato ad investire sulla qualità del rapporto con i propri collaboratori per motivarli e fidelizzarli. La fiducia ed il rispetto reciproci sono una delle basi di una buona collaborazione. La chiarezza delle mansioni e delle regole di convivenza viene subito dopo, perché evita fraintendimenti e contestazioni. Il contratto di lavoro domestico, completo della descrizione dettagliata di mansioni diritti e doveri, è lo strumento migliore per costruire un rapporto solido, fidelizzato e duraturo.

Nella maggioranza dei casi, assumere colf o badanti può incidere molto sulle abitudini casalinghe del datore di lavoro. Questo succede soprattutto nel caso di badanti conviventi, per esempio in presenza di una persona anziana e non autosufficiente da accudire. Ma capita anche a chi ha semplicemente assunto una persona per le pulizie di casa. Ed è innegabile come sia più facile che datore di lavoro e dipendente possano instaurare una buona relazione personale se alla base c’è non solo un rapporto di fiducia, ma anche un contratto in regola che tuteli questa relazione fin dalle fondamenta.

Inoltre l’Associazione ricorda che Cassacolf, la cassa previdenziale di categoria, può rimborsare il datore di lavoro domestico per alcune spese sostenute.

Ecco quali: Maternità della lavoratrice domestica, non autosufficienza permanente del datore di lavoro e responsabilità civile verso terzi per danni causati dal dipendente.

Infine, soprattutto in un periodo di crisi come questo, è importante sapere che mettendo in regola una collaboratrice familiare si può accedere ad alcune agevolazioni fiscali.

In particolare chiunque abbia alle proprie dipendenze colf, badanti o baby-sitter può portare in deduzione fino ad un massimo di 1.549,37 euro l’anno i contributi versati nella quota a proprio carico. Questo vale per qualsiasi livello di reddito. Al momento è invece saltata la possibilità di un raddoppio fino a 3 mila euro della percentuale di deducibilità.

Inoltre chi si trova nella condizione di non autosufficienza e ha un reddito annuo pari o inferiore a 40mila euro, può portare in detrazione il 19% dello stipendio corrisposto al lavoratore (per un massimo di 2.100 euro, quindi 399 euro l’anno). Ad usufruire di questa agevolazione potrà essere il diretto interessato, ma anche il parente eventualmente intestatario del contratto (esempio, il figlio che assume la badante per il padre).

Ricordiamoci che queste due tipologie di agevolazioni sono cumulabili fra loro.

In conclusione solo un regolare contratto di lavoro può assicurare un rapporto solido e duraturo, per la tranquillità di tutta la famiglia ed il rispetto dei diritti del lavoratore.