DURC E CONCORDATO PREVENTIVO IN BIANCO: UNA QUERELLE INFINITA TRA POTERE GIUDIZIARIO E PRASSI AMMINISTRATIVA INPS E INAIL

Lettera aperta al Ministro Orlando ed ai Presidenti dell’ INPS e dell’ INAIL.

Un tema “caldo” che in questa estate è diventato ancora più caldo! Un’inflazione che cresce a dismisura, un’economia internazionale fortemente minata e con sempre più ondivaghe sfaccettature, i problemi di gas ed energia che seriamente hanno destabilizzato l’intero mondo imprenditoriale che evidenzia imprese sane che hanno cominciato a vacillare, gli istituti di “salvataggio” delle stesse che naturalmente e vivaddio, cercano di proteggere il sistema Italia. Sono infatti fortemente aumentate le procedure concorsuali ed in particolare quelle riferite all’utilizzo del Concordato Preventivo, sia in “bianco” che con “continuità”, a sostegno ed a salvaguardia sia del patrimonio aziendale che di quello dei lavoratori e quindi della parte sociale certamente piu’ debole della intera filiera.

Ma nonostante gli interventi legislativi in materia di legge fallimentare, la posizione dell’Ente e comunque degli Enti tutori delle forme di previdenza ed assistenza, resta ferma ad un concetto riepilogato in una datata circolare del Giugno 2015 in materia di regolarità aziendale ai fini del Durc.

Orbene,infatti, nonostante la Giurisprudenza di merito in questi 7 anni abbia sostanziato in maniera più che granitica che il rilascio del DURC regolare deve avvenire anche in presenza di un CONCORDATO preventivo “in bianco” ed in ossequio ad un principio che davvero si fa fatica a comprendere come mai non sia stato ancora recepito degli Enti tutori, l’unico strumento in possesso delle aziende davanti ad una posizione che definire oltranzista sarebbe ultroneo, è l’attivazione di un contenzioso giudiziario!

Peraltro come si può ritenere attuale una disposizione che la Giurisprudenza ritiene del tutto inattuale basti pensare al contenuto delle sentenze tutte in una unica direzione…che sempre recitano…


“Premesso che l’impresa ed i relativi Commissar, nel periodo intercorrente tra il deposito del Concordato ed il relativo provvedimento di omologa, NON PUO’PROCEDERE AD ALCUN PAGAMENTO…” , come si può pensare che solo la debitoria verso gli Enti debba essere soddisfatta??

Un’azienda che attiva un piano concordatario ancorché “in bianco” è evidente che lo fa in funzione del mantenimento di un bene primario: la forza lavoro ed i contratti di appalto in essere e come fa a mantenerli se poi il DURC viene emesso con la IRREGOLARITA’???

Riteniamo sia una domanda lecita soprattutto perché la predetta posizione nei fatti vanifica l’intento del Legislatore e soprattutto può determinare l’inevitabile vanificarsi di una procedura concorsuale che,ancorche’  nostro malgrado, in questo periodo e’ molto diffusa ed in particolare per i tanti problemi creatisi post pandemia ed acuitisi  da una economia che oggi e’ diventato davvero difficile gestire  in termini di sostenibilità imprenditoriale.

Pensare ad una rivisitazione dell’orientamento e della prassi vigente e’ assolutamente oggi non più procrastinabile!

Pensare che la collettività sostenga costi di contenzioso che potrebbero essere risparmiati prendendo atto del diverso e più attuale orientamento della Giurisprudenza di merito, non solo diventa necessario ma diviene un obbligo per una Pubblica Amministrazione attenta anche ai costi della collettività, vieppiù se sottoposti alle rigide pratiche della Corte dei Conti!

L’auspicio è che il grido di dolore giunga chiaro e preciso e che alla fine il tutto non vada sempre e soltanto letto quale forma di tutela della Pubblica Amministrazione che sempre più spesso non assume le Responsabilità che invece deve assumere, per forma, ruolo ed economie che attorno ad Essa girano e si muovono.

Non facciamo in modo che le Aziende falliscano!

Sarebbe un danno insopportabile per l’Economia Nazionale, una perdita di posti di lavoro ma soprattutto un Fallimento di un processo Garantista che vede l’Italia quale Patria del Diritto, prerogativa che davvero non possiamo non dimenticare non possa appartenere anche al ns Mondo Attuale!

Nino Carmine Cafasso

Presidente AIS (Associazione Imprese di Servizi), Giuslavorista e Consulente del Lavoro