Siti contaminati da amianto: misure di sicurezza a tutela dei lavoratori e degli ambienti di vita

INAIL pubblica una fact sheet sulle procedure di sicurezza in siti contaminati da amianto, al suo interno anche alcune indicazioni da seguire per assicurare la protezione dei lavoratori che in essi operano e sull’utilizzo, in particolare dei dispositivi di protezione

Cosa tratta?

L’Italia, in passato, è stata tra i maggiori produttori mondiali di amianto e di materiali contenenti amianto, poi, nel 1992 è stata vietata l’estrazione e l’utilizzo del minerale, ma sono ancora numerosi i siti nel territorio nazionale con presenza di materiali contenenti amianto (ACMs), ancora da bonificare.

Studi scientifici dimostrano che circa il 3% del territorio nazionale è fortemente contaminato da sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente. Ad oggi il Ministero dell’Ambiente ha individuato 42 Siti Superfund (SS) da bonificare, distribuiti in modo eterogeneo su tutto il territorio nazionale. Tra questi, 11 sono prevalentemente contaminati da amianto e l’inquinamento è diffuso in gran parte dell’area, mentre in altri 5 vi è una contaminazione secondaria da amianto che è presente, tra gli altri contaminanti, in una porzione limitata ma significativa dell’area.

L’attività di ricerca dell’Inail ha dedicato grande attenzione alla complessa questione dell’amianto, procedendo all’individuazione di siti contaminati da tale sostanza, sia in ambienti antropizzati che naturali, nonché all’individuazione di misure per il contenimento del rischio, la tutela dei lavoratori e la salvaguardia delle comunità residenti.

La bonifica dei siti contaminati da amianto richiede l’adozione di specifiche misure di prevenzione e protezione al fine di garantire la minima dispersione dell’amianto nelle matrici ambientali.

Quando entra in vigore?

Scheda informativa pubblicata sul sito INAIL il 2 febbraio 2023.

Indicazioni operative

Consultare i riferimenti tecnici e i documenti disponibili gratuitamente sul sito istituzionale dell’INAIL: https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/pubblicazioni.html.

Delimitare l’intera area oggetto degli interventi, con recinzioni adeguate, per limitare l’accesso al personale operativo e agli enti di vigilanza.

Apporre cartelli opportunamente dimensionati e posizionati (anti-intrusione, divieto di accesso per i non addetti ai lavori, obbligo di adozione di DPI e pericolo di inalare fibre pericolose).

All’ingresso dell’area di lavoro, deve essere installata un’unità di decontaminazione personale (PDU), composto da almeno 4 camere, ai sensi del D.M. 06/09/1994.

Prevedere un punto esterno alla PDU per il lavaggio delle calzature, prima che l’operatore entri nella “camera contaminata”, al fine di ridurre la contaminazione.

Stabilire procedure specifiche per la pulizia delle PDU alla fine della giornata lavorativa.

Predisporre sistemi di abbattimento delle polveri, soprattutto durante le attività di bonifica, si consiglia l’uso di pistole a spruzzo/atomizzatori nell’area in lavorazione, oltre a bagnare tutte le strade all’interno dei siti (nebulizzazione a bassa pressione, spazzatrice con filetti assoluti, bagnatura con autocisterne, ecc.).

Adottare dispositivi di protezione collettiva.

Munire tutti coloro che accedono al sito di DPI adeguati.