NINO CARMINE CAFASSO: “LE FERIE AGOSTANE…UN MODO PER RIFLETTERE SUL SALARIO MINIMO E SUL CAPORALATO”

Il 31 agosto!

Tutti stanno pensando che le vacanze siano finite, ma molti diranno…E’ una fortuna che siano finite!

È un momento difficile perché il nostro Ordinamento vive uno scontro tra titani.

La legge!

La norma o il pensiero di chi la interpreta motu proprio?

Non saprei dirvi!

Dico ciò che leggo e penso, sulla base di ciò che leggo. Le notizie che mi giungono non mi rallegrano affatto.

Pensare a un mondo in cui la giustizia ordinaria fa paura anche a chi rispetta gli obblighi di norma, mi crea imbarazzo e tanto senso di riflessione.

Rifletto sul mondo che vivo e nel quale ho studiato, ma immagino di essermi perso qualcosa, ed anche più di qualcosa!

Esiste ancora il garantismo costituzionale?


Esistono ancora le regole sul rispetto dei contratti collettivi o esiste unicamente una regola, non COSTITUZIONALE, che vede il mondo del lavoro non più figlio delle regole, ma figlio del diffuso e tanto pericoloso “sentiment” della pubblica piazza?

È difficile offrire una risposta. Davvero difficile!

Il nostro Governo sta lavorando ai giusti accorgimenti, ma già le leggi, che normalmente varerebbe il Parlamento, vengono dettate a colpi di discutibili Sentenze!

Sarà corretto?

Io non lo so, ma so soltanto che le vacanze e il periodo feriale sono figlie di un pensiero malsano dove, purtroppo, tutto ciò che fa “audience” diventa il sogno di tutti, coerenti e non, sostenitori e non, della compagine di Governo!

Non posso non esprimere il mio personale disappunto.

Stiamo svilendo il mondo della contrattazione collettiva che è da sempre stato il nostro punto di riferimento, sia imprenditorialmente che professionalmente.

È giusto fare o pensare a tutto questo, svilendo il senso del nostro codice civile e a discapito della nostra Costituzione, da sempre garantista verso le Parti Sociali?

Io penso di no!

Penso assolutamente di no!

Si sta cavalcando un’onda mediatica pericolosa e non garantista, per nulla coerente.

Il salario dei lavoratori è una cosa seria e coerente, ma facciamo in modo che sia il Parlamento a disporne le regole.

Facciamo in modo che il mondo del lavoro non viva solo di ipotesi giudiziarie.

Facciamo in modo che venga ripristinato il senso del diritto, ma soprattutto il senso dell’uomo comune che ha bisogno di regole e mai di ondivaghi orientamenti giurisprudenziali che sono l’anima del disappunto, ma anche dell’individuo che, da domani, prende atto che la regola non c’è, pur essendoci, e di indiscutibile valore costituzionale!

Viviamo in un mondo del lavoro che forse è stato un po’ abbandonato.

Dire il contrario nei confronti dei lavoratori sarebbe incoerente.

Diamo senso alla storia e alla patria del diritto.

Pensiamo ad un mondo diverso con regole diverse, ma che vivano di certezza.

Le imprese sono vessate. Non sanno più dove sia il giusto.

Siamo in grado di garantire la correttezza del loro operato?

Con queste quotidiane e ondivaghe gestioni, senza una certezza che oggi ai più davvero sfuggirebbe, pensare a un mondo che viva di certezze è diventato il sogno dell’utopia!

Sì, il sogno di colui che ha compreso che non c’è spazio per le regole e che ogni cosa debba vivere dell’aleatorietà!

Io no!

Io no!

La mia speranza, e per la quale sempre mi batterò, vive di diritto e di norme.

Non sono chiare?

Rifacciamole!

Riscriviamole!

Ma diamo lustro alla storia e al diritto che ci appartengono per antonomasia!

Nino Carmine Cafasso, Presidente AIS (Associazione Imprese di Servizi), Giuslavorista e Consulente del Lavoro.