Assegno unico universale: lettera d’infrazione Ue

Tramite la decisione del 16 novembre 2023, la Commissione Ue ha invitato l’Italia a conformarsi alle norme europee in tema di assegno unico e universale per i figli a carico. In particolare, ha inviato al nostro Paese un parere motivato, sottolineando che la disciplina della nuova prestazione familiare non rispetta le norme comunitarie relative al coordinamento della sicurezza sociale (regolamento (CE) 2004/883) e alla libera circolazione dei lavoratori (regolamento (UE) n. 492/2011 e articolo 45 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea). 

La Commissione Ue, pertanto, rileva che l’Italia, nel prevedere il riconoscimento dell’assegno unico e universale per i figli a carico solo per coloro che risiedono per almeno 2 anni in Italia e solo se vivono nello stesso nucleo familiare dei figli,” viola il diritto dell’UE, in quanto non tratta i cittadini dell’UE in modo equo. E dunque si qualifica come discriminazione.

Il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale, secondo la Commissione, vieterebbe inoltre qualsiasi requisito di residenza ai fini della percezione di prestazioni di sicurezza sociale, quali gli assegni familiari. L’Italia ha due mesi a disposizione entro cui rispondere e adottare le misure necessarie, dopodiché Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Ue.