Cala il numero di colf e badanti in Italia: -7,9%
Calano i lavoratori domestici regolari in Italia. È questo uno dei dati di maggior rilievo emerso dal 5° rapporto annuale sul lavoro domestico, promosso e presentato dall’Osservatorio Domina. La ricerca ha preso in analisi l’anno 2022 e ha dimostrato che, rispetto al 2021, i lavoratori domestici regolari sono poco meno di 900 mila e sono diminuiti del 7,9% (-76.548). Secondo lo stesso studio, il decremento sarebbe la conseguenza dell’esaurimento degli effetti della sanatoria, la norma che ha consentito la regolarizzazione di molti lavoratori domestici stranieri e che ha riportato gli assunti regolari ai livelli del 2016.
Tuttavia, nonostante il calo, il lavoro domestico offre un contributo molto positivo all’economia del paese, rappresentando l’1% del Pil italiano, di cui un quinto è prodotto in Lombardia (21,5%). Complessivamente la spesa delle famiglie italiane raggiunge 14,3 miliardi, di cui 7,7 per badanti e 6,6 per colf. Cifre che rappresentano un grosso risparmio per lo Stato stesso, che, senza la spesa sostenuta dalle famiglie, dovrebbe sobbarcarsi un costo di 19,8 miliardi per la gestione in struttura di quasi 1 milione di anziani. In questo contesto, infatti, la possibilità dell’assistenza a domicilio – fornita dai lavoratori domestici – si traduce in risparmio per le casse pubbliche.
Lo studio dell’Osservatorio Domina riporta anche l’identikit dei datori di lavoro, che si stima siano circa 978 mila, 109 ogni 100 lavoratori domestici. Una statistica che dimostra come sia frequente il caso di lavoratori occupati presso lo stesso datore di lavoro. Le fasce di età che assumono più colf e/o badanti sono quella sotto i 60 anni (31,2%) e quella sopra gli 80 (36,1%). Tenendo in considerazione la nazionalità dei datori di lavoro, a dominare sono gli italiani (93,8%); mentre, gli stranieri comunitari rappresentano il 2,5% e quelli extra Ue il 3,7%.