Licenziato il dipendente pubblico che mente al momento dell’assunzione

La Corte di Cassazione, con sentenza 166994 del 20 giugno 2024 ha precisato che la produzione di documenti falsi o di dichiarazioni mendaci in fase di accesso al pubblico impiego comporta la decadenza dal servizio e la nullità del contratto, qualora tali falsificazioni determinino la mancanza di un requisito essenziale che avrebbe comunque impedito l’assunzione.

Nel caso in esame, la Cassazione si è occupata della vicenda di un lavoratore, operaio forestale, che era stato licenziato per avere falsamente dichiarato, al momento dell’assunzione, l’assenza di condanne penali a suo carico.

Nella specie, la Corte d’Appello aveva qualificato il licenziamento come disciplinare, anziché come provvedimento di decadenza dal servizio, contrariamente a quanto ritenuto dalla datrice di lavoro e condiviso dal Tribunale.

La Corte di Cassazione ha confermato la qualificazione del licenziamento come disciplinare, ritenendo corretto il procedimento della Corte d’Appello e sottolineando la necessità di proporzionalità della misura rispetto alla gravità del comportamento.