Economia e lavoro: Nino Carmine Cafasso, “stagnazione o crescita silente?”
“Il diagramma di Keynes è noto a molti, ma forse oggi assume connotazioni che il mondo fatica sempre più a riconoscere. L’occupazione cresce, o almeno così ci viene detto. Sono convinto che stia effettivamente aumentando, ma dove, esattamente, avviene questa crescita? Anche il PIL è in espansione, e le aziende sembrano crescere in modo generalizzato, eppure non si può ignorare che l’industria, in questo momento, stia attraversando una fase di difficile sviluppo.
Non si tratta di una crisi vera e propria, quella è un’altra cosa. D’altro canto, il settore dei servizi si muove con grande dinamismo, evolve, offre stipendi modesti, ma è comunque giusto che paghi ciò che può. Il personale dipendente ha diritto non solo a un impiego, ma anche a una coerente soddisfazione. Di tanto in tanto, l’attenzione collettiva torna sul settore dell’automotive e su quello del lusso, due ambiti che stanno affrontando difficoltà evidenti. Ripeto, non parlo di crisi. Il governo ha preso in considerazione le problematiche di questi settori, consapevole del fatto che, quando crescono, diventano trainanti per l’economia. Nessuna situazione afferente gli ambiti di cui trattasi può essere sottovalutata. Piuttosto, voglio sottolineare che esistono probabilmente ostacoli strutturali, complessi da interpretare, che impediscono una vera ripartenza. Percorsi di cassa integrazione si protraggono ormai da circa due anni. Il governo è presente, si impegna, supporta gli imprenditori, e questo è innegabile, ma è necessario fare di più. Serve andare oltre la semplice gestione normativa: la difficoltà è tale da richiedere un’azione decisa da parte delle istituzioni, delle parti sociali e del governo per far ripartire la macchina del lusso e, più in generale, dell’economia reale che forse sta sempre più assumendo i connotati della virtualità.
Tutti parlano di auto elettriche: è davvero questa la soluzione del nostro tempo? Personalmente non lo credo. Il settore dell’automotive, per tornare alla normalità, ha bisogno di un sostegno concreto. Anche il mondo del lusso e della moda deve essere regolamentato con leggi mirate, in particolare in favore dei terzisti, coloro che spesso soffrono le maggiori difficoltà, ma che con il loro impegno hanno reso grandi i marchi più prestigiosi. Diamo quindi valore a questo mondo, ridiamo forza all’automotive e facciamo in modo che l’economia non si basi soltanto su dati del momento ma che viva di un impianto generale di attenzione allo sviluppo in termini prospettici dei vari settori più in difficoltà. Solo così si può costruire un’economia davvero solida e florida.
Un’economia florida si riconosce anche dall’impegno tangibile nei confronti dei lavoratori dipendenti. A loro è giusto riconoscere la tutela del governo, affinché siano garantite migliori condizioni a chi, ogni giorno, contribuisce alla crescita delle aziende. Il reddito di queste fasce di lavoratori deve essere salvaguardato. Oggi più che mai, l’impegno di tutti gli attori del mondo del lavoro deve orientarsi verso il benessere dei lavoratori. Tuttavia, questo benessere deve essere coerentemente bilanciato con i numeri, i dati e, soprattutto, con la sostenibilità economica per gli imprenditori, il cui impegno resta centrale e insostituibile. L’impegno strutturale più urgente non può che passare attraverso una ulteriore riduzione del costo del lavoro: in guisa diversa, lo sviluppo e le importanti progettualità che in questo Paese esistono e sono di elevatissimo spessore, non si potranno mai realizzare nel concreto con il rischio, sempre più evidente, di non poter mai più diventare attrattivi agli investitori internazionali.”