Tempo indeterminato: super deduzione per chi assume
La deduzione superiore al 120% per il costo del lavoro di aziende e professionisti derivante da nuove assunzioni a tempo indeterminato è prevista dal comma 4 del progetto di decreto legislativo approvato dal Governo, come primo passo per l’attuazione delle misure per le imprese indicate nella legge 111/2023. La maggiorazione sarà applicata sull’importo minore tra la spesa per i nuovi assunti e l’incremento tra il costo del lavoro totale del 2024 e quello sostenuto nell’esercizio attualmente in corso. Con l’eliminazione dell’agevolazione Ace, è previsto il diritto, fino a esaurimento, alla compensazione delle eccedenze di deduzione che verranno rilevate entro la fine del 2023.
Il prossimo anno vedrà un intervento su due aspetti per quanto riguarda gli incentivi per le imprese. Il Governo introdurrà un incentivo per le aziende che assumono nuovo personale, attraverso un aumento della deduzione. Questo beneficio sarà disponibile anche per le società in perdita. Che non avrebbero altrimenti beneficiato di incentivi sulle aliquote, come stabilito nell’articolo 6, lettera b), della legge 111/2023 (delega fiscale), nella formulazione introdotta dall’emendamento di Alberto Gusmeroli (Lega) alla Camera dei deputati. Allo stesso tempo, sarà eliminata la deduzione Ace legata agli utili trattenuti in azienda e alla ricapitalizzazione. Le eccedenze non utilizzate entro il 2023, tuttavia, saranno preservate.
L’agevolazione per il costo del personale, applicabile a imprese di ogni forma giuridica (società di capitali e di persone, cooperative, imprese individuali) e ai professionisti, contempala un incremento deducibile dal reddito Ires o Irpef (ma non dall’impone Irap) del 20% (deduzione totale del 120%) del costo sostenuto per i nuovi assunti a tempo indeterminato nel 2024 (successivo al periodo in corso al 31 dicembre 2023), entro il limite dell’incremento complessivo delle spese per dipendenti rispetto a quanto registrato nel bilancio del 2023 (differenza tra le voci B.9 del conto economico 2024 e 2023).
Nel caso in cui una Srl, rispettando i requisiti previsti, assumesse nuovi dipendenti a tempo indeterminato, con un costo di 150.000 euro nel 2024 e se il totale del costo del lavoro nel conto economico del 2024 superasse quello del 2023 di 200.000 euro, dedurrebbe, nella dichiarazione dei redditi, il 20% dell’importo inferiore tra 200.000 e 150.000. Ossia, 30.000 euro.
Relativamente ai nuovi dipendenti appartenenti a categorie meritevoli di particolare tutela, verrà applicato un ulteriore aumento individuato da un prossimo decreto ministeriale, con un limite del 10% della spesa sostenuta per tali categorie.
La norma richiede diverse condizioni per poter usufruire dell’agevolazione. Alcune delle quali sono state introdotte per evitare abusi. L’impresa, innanzitutto, deve essere in condizioni operative normali. Quindi non in liquidazione e senza l’uso di strumenti del codice della crisi di impresa di natura liquidatoria. In secondo luogo, il numero di dipendenti a tempo indeterminato alla fine del 2024 deve essere superiore (tenendo conto delle riduzioni delle società controllate o collegate) alla media del 2023. I contribuenti devono inoltre avere, alla fine del 2024, un numero totale di dipendenti (a tempo indeterminato e determinato) superiore alla media del 2023. Al fine di evitare alterazioni dei dati di confronto per il calcolo dell’incremento, è richiesto che il contribuente abbia svolto l’attività nel periodo in corso al 31 dicembre 2023 per almeno 365 giorni.
L’articolo 5 del progetto di decreto legislativo abroga le disposizioni riguardanti l’Ace a partire dal 2024. Le imprese applicheranno per l’ultima volta l’incentivo sugli utili trattenuti in azienda e sulle ricapitalizzazioni nell’anno corrente, cioè nel 2023. Se la dichiarazione presentata a novembre 2024 rivelasse un’eccedenza di deduzione che non fosse stata assorbita dal reddito complessivo (e neppure da quello del gruppo, nel caso di società in consolidato fiscale), tale eccedenza potrebbe comunque essere portata a nuovo e compensata con gli imponibili degli anni successivi, secondo le attuali regole in vigore, senza alcun limite temporale. Ciò determinerebbe inoltre di preservare eventuali imposte anticipate registrate in bilancio dalle società che dispongono di Ace inutilizzata.