Ancora notevoli differenze nella retribuzione tra nord e sud

La retribuzione media lorda annua dei dipendenti nel settore privato a Milano corrispondeva nel 2021 a 31.202 euro. A Palermo invece era di 16.349 euro, determinando una differenza del 90%.  La retribuzione media italiana complessiva si attestava a 21.868 euro. Questi dati sono stati rilevati dalla Cgia attraverso informazioni dell’Inps, evidenziando di nuovo gli squilibri notevoli esistenti tra il settentrione e il meridione del Paese, nondimeno tra le aree urbanizzate e quelle periferiche.

Le disparità non sono state completamente risolte attraverso l’impiego del contratto collettivo nazionale del lavoro. Il problema dei lavoratori con retribuzioni insufficienti sembra non derivare solamente dai minimi tabellari troppo bassi, ma anche dal ridotto numero di giornate lavorative effettuate nel corso dell’anno. 

Fino al 15 giugno scorso, al Ministero del Lavoro risultavano attivi 10.568 contratti di secondo livello, di cui 9.532 a livello aziendale e 1.036 a livello territoriale. Il 43% di questi contratti era stato stipulato in strutture con meno di 50 dipendenti, il 41% in quelle con più di 100 dipendenti e il restante 16% in aziende con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 99. Dei 10.568 contratti attivi, il 72% era localizzato nel Nord, il 18% nel Centro e il 10% nel Sud. Le regioni con il maggior numero di contratti erano la Lombardia (3.218), l’Emilia Romagna (1.362) e il Veneto (1.081). Complessivamente, in Italia erano coinvolti 3,3 milioni di dipendenti (circa il 20% del totale nazionale), di cui 2,1 milioni tramite contratti aziendali e 1,1 milioni tramite contratti territoriali.