Dal 1° maggio più complesso assumere con contratti a termine
Il 30 aprile prossimo segna un momento critico per i contratti a termine, con la scadenza della causale introdotta dall’articolo 24 del Decreto Lavoro. La disposizione in questione ha permesso a datore di lavoro e lavoratore di individuare specifiche esigenze tecniche, organizzative o produttive, semplificando così la stipula di contratti a tempo determinato in assenza di causali previste dalla contrattazione collettiva.
Attualmente, la legge richiede l’indicazione di una causale al momento della stipula di un contratto a termine, salvo alcune eccezioni come i contratti stagionali. Tuttavia, se la contrattazione collettiva non regola le causali per l’impiego dei lavoratori a termine, le parti possono individuare tali esigenze entro il 30 aprile 2024.
Al di là di questa data, senza interventi legislativi, l’accesso ai contratti a termine potrebbe limitarsi alle sole motivazioni sostitutive o per una durata massima di 12 mesi. È da sottolineare che la mancata indicazione di una causale potrebbe comportare la trasformazione automatica del contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato. Un esempio pratico è dato dall’accordo nel CCNL Chimici, gomma, plastica, vetro artigianato. Che ha previsto ulteriori causali per i contratti a termine, offrendo così un modello di riferimento. Inoltre, rimane la possibilità di stipulare accordi aziendali di secondo livello con le rappresentanze sindacali per identificare motivazioni specifiche all’assunzione di lavoratori a termine oltre i 12 mesi.
La scadenza della causale per i contratti a termine, infine, rappresenta un momento cruciale per il mondo del lavoro, con possibili cambiamenti significativi nell’accesso e nella durata di tali contratti, che richiedono una riflessione attenta e una pianificazione strategica da parte di tutte le parti coinvolte.