Cassazione: i turni non possono essere indicati successivamente

La Corte di Cassazione, con ordinanza 11333 del 29 aprile 2024 si è pronunciata su un caso di lavoro part-time, in cui era contestata la mancanza di una precisa collocazione temporale nel contratto di lavoro.

Il caso riguardava un lavoratore impiegato in regime di part-time verticale, il cui contratto non specificava chiaramente l’orario di lavoro con riferimento ai giorni, alle settimane, ai mesi e all’anno, contravvenendo così alle disposizioni normative vigenti (Decreto legislativo n. 61/2000, vigente all’epoca della stipulazione del contratto).

La Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto del lavoratore ad un risarcimento equitativo, sostenendo l’obbligo di specificare l’orario nel contratto part-time.