Fisco: fino a 10 anni per pagare i debiti, cartelle “inesigibili” cancellate dopo 5
Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare un nuovo decreto attuativo della riforma fiscale, dedicato al riordino del sistema della riscossione. I piani di dilazione per i contribuenti diventano più lunghi: dall’anno prossimo si potranno pagare i debiti con il fisco in 84 tranche (sette anni) che diventano 120 (10 anni) per chi “dimostra” di avere problemi economici. Per l’esecutività del decreto attuativo si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
“Su semplice richiesta del contribuente che dichiara di versare in temporanea situazione di obiettiva difficoltà», si legge nel testo del provvedimento, l’Agenzia delle Entrate – per le somme iscritte a ruolo di importo inferiore a 120 mila euro – concede la ripartizione del pagamento in 84 rate (per le richieste presentate nel 2025 e 2026); in 96 quote (per il biennio 2027-28) e in 108 a decorrere dal 2029. Fino ad oggi il piano di recupero poteva arrivare al massimo a 72 rate. Se invece il contribuente «documenta» la temporanea situazione di «obiettiva difficoltà”, l’Agenzia autorizza il pagamento della cartella in 120 rate (dieci anni), anche per le somme che superano i 120 mila euro. Sarà poi un decreto del Mef a stabilire i parametri che occorre soddisfare per documentare i problemi economici e beneficiare di una dilazione di dieci anni. Comunque, per provare la sussistenza della situazione di difficoltà, per le persone fisiche e titolari di ditte individuali si fa riferimento all’Isee; per gli altri “all’indice di liquidità e al rapporto tra debito da rateizzare e di quello residuo eventualmente già in rateizzazione e il valore della produzione».
Dal 2025 le cartelle inesigibili non riscosse entro cinque anni saranno cancellate automaticamente. La bozza del decreto legislativo per il riordino della riscossione introduce «il discarico automatico”.
L’Agenzia può anche procedere al discarico anticipato se rileva “la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale o l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti”.