Licenziamento disciplinare del whistleblower: ritorsivo?

La Corte di Cassazione con sentenza 12688 del 9 maggio 2024 si è pronunciata sulla vicenda di un dipendente pubblico che lamentava la natura ritorsiva del licenziamento pergiusta causa comminatogli dal datore di lavoro.

Il dipendente, dirigente dell’area amministrativa, era stato licenziato a seguito dell’accusa di non aver adeguatamente gestito un avviso di accertamento fiscale per un importo di 4milioni di euro, che avrebbe potuto avere gravi ripercussioni finanziarie per l’azienda.

Al dipendente era stato contestato di essere rimasto inerte non avendo impugnato l’avviso, nonostante avesse le competenze e le informazioni necessarie per farlo.

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza della Corte di Appello, sostenendo che non fossero state adeguatamente valutate le prove e le responsabilità specifiche del dipendente, e che non fosse stato considerato correttamente il suo ruolo di whistleblower. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.