Il vertice in Giappone. Meloni: incentiveremo chi crea posti di lavoro

Thè bollente e calorosi inchini di benvenuto, nella Tokyo spazzata dalla neve che accoglie la premier Giorgia Meloni per prendere le consegne del G7 dal primo ministro nipponico Fumio Kishida. Scadenze internazionali e diplomazia vogliono che i due leader siano già al quarto incontro in un anno, dopo che un anno fa a Palazzo Chigi i rapporti Italia-Giappone sono stati elevati al rango di partenariato strategico. 

L’agenda si apre con l’incontro, nella residenza dell’ambasciatore, coi vertici dei grandi gruppi presenti in Italia, cui Meloni ha offerto la disponibilità per nuovi partenariati industriali e investimenti in microelettronica, energia, aerospazio, intelligenza artificiale, biomedicina, robotica. Siglata anche un’intesa col governo nipponico che esclude i lavoratori dei due paesi dalla doppia imposizione fiscale.

“Siamo interessati a ogni forma di investimento che può produrre posti di lavoro e siamo molto attenti al campo dell’automotive”, dice Meloni. Che, riguardo agli incentivi sollecitati da Stellantis, ricorda “circa un miliardo di euro sugli ecoincentivi” messi dal Governo le polemizza quindi di non poter “rispondere nello specifico perché quello che ho letto mi è parso abbastanza bizzarro”. Per il resto al governo interessa tutto quel che può “produrre in Italia posti di lavoro”. E, nel caso invece di delocalizzazioni spinte da minori costi, “non mi si dica che l’auto che viene prodotta è italiana e non la si venda come italiana”.