Contratti a termine: novità nel Milleproroghe
In materia di contratti a termine, un emendamento approvato al Disegno di Legge AC 1633, nella seduta del 13 febbraio 2024, delle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio e Tesoro, della Camera dei Deputati proroga il termine, fissato al 30 aprile 2024 dal decreto lavoro, entro cui, a determinate condizioni, è lasciata alle parti del contratto individuale di lavoro la facoltà di individuare le esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva giustificatrici dell’apposizione del termine al contratto di lavoro di durata superiore ai 12 mesi ma non superiore ai 24 mesi. Secondo il calendario, il provvedimento passerà al vaglio dell’Aula dal 15 febbraio 2024.
L’ultimo Osservatorio sul precariato dell’INPS (comunicato stampa 18 gennaio 2024) conferma, per i primi dieci mesi del 2023, la crescita delle assunzioni di contratti di lavoro intermittente (+4%), a tempo determinato (+3%) e stagionali (+2%), crescita a cui fa da contraltare l’andamento negativo registrato, per lo spesso periodo, delle assunzioni con contratti stabili, di apprendistato e a tempo indeterminato. Questi dati testimoniano ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, la grande attrattività del contratto di lavoro a termine, amplificata a seguito dei recenti interventi del legislatore. L’articolo 24 del decreto lavoro e la sua legge di conversione (decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla L. 3 luglio 2023, n. 85) hanno infatti modificato la disciplina delle condizioni o causali (articolo 19, D.Lgs. n. 81 del 2015), delle proroghe e dei rinnovi (articolo 21, D.Lgs. n. 81 del 2015) nonché le modalità di computo dei limiti percentuali di lavoratori che possono essere assunti con contratto di somministrazione (articolo 31, D.Lgs. n. 81 del 2015). I criteri applicativi sono stati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con la circolare n. 9 del 9 ottobre 2023, condivisa nei contenuti con l’Ispettorato nazionale del lavoro.
Novità del DDL Milleproroghe
La disciplina vigente prevede pertanto, in assenza di contratti collettivi leader, che il datore di lavoro e il lavoratore (più realisticamente, il datore di lavoro) possano individuare esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva. Possibilità però ammessa, ad oggi, solo fino al 30 aprile 2024, data entro la quale le parti sociali possono attivarsi per adeguare i contratti collettivi.
Un emendamento approvato al disegno di legge di conversione del decreto Milleproroghe sposta la lancetta al 31 dicembre 2024, concedendo di fatto più tempo alla contrattazione collettiva per adeguarsi alle novità del decreto lavoro.
A seguito dell’entrata in vigore della modfica, in assenza della contrattazione collettiva, il datore di lavoro che, fino al 31 dicembre 2024, vorrà stipulare, prorogare o rinnovare un contratto di lavoro a termine di durata complessiva superiore a 12 mesi e non superiore a 24 mesi potrà farlo portando a giustificazione specifiche esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva.