Manovra 2024: il taglio del cuneo contributivo

È stato stanziato un fondo di circa 10 miliardi di euro per il rinnovo del taglio del cuneo fiscale-contributivo per l’intero anno 2024. L’agevolazione fiscale passa dal 3% al 7% nei confronti dei redditi fino a 25mila euro. E dal 2% al 6% per quelli fino a 35mila euro. Questa misura è promossa assieme alla riforma delle aliquote Irpef. Che prevede l’unificazione delle prime due fasce (0-15mila euro al 23% e 15-28mila euro al 23%) al 23% per tutti i redditi fino a 28mila euro l’anno.

Il Governo ha precisato che la riduzione del cuneo contributivo e della nuova aliquota Irpef aumenterà la busta paga dei lavoratori dipendenti fino a 1.298 euro all’anno. Per quanto riguarda gli apprendisti, l’Inps, con il messaggio n. 2924 del 10 agosto 2023, ha confermato che anche i rapporti di apprendistato e le situazioni di mantenimento in servizio per un anno, dopo il periodo di apprendistato, secondo l’articolo 47, comma 7, del D.lgs 15 giugno 2015, n. 81, rientrano nell’ambito di applicazione di questa misura agevolata, rispettando naturalmente le soglie di retribuzione mensile sopra menzionate.

Per l’intera durata del periodo di formazione e per un anno dopo la continuazione del rapporto di lavoro al termine dell’apprendistato, l’aliquota contributiva a carico dell’apprendista ammonta al 5,84% della retribuzione imponibile, anziché al 9,19% come normalmente previsto per il lavoratore.

L’applicazione dell’esenzione contributiva sulla quota a carico dell’apprendista implica che, per i periodi di paga compresi tra il 1° luglio 2023 e il 31 dicembre 2023, il beneficio si estingue, limitatamente, annullando la quota a suo carico dovuta dall’apprendista.

Si ricorda, tuttavia, che l’esonero contributivo comporta un aumento dell’imponibile fiscale. Pertanto, gli effetti del vantaggio contributivo, che risultanto particolarmente significativi nei confronti degli apprendisti, vengono in parte attenuati dal peso fiscale aggiuntivo. Questo aspetto potrebbe essere influenzato anche dalla prossima riforma fiscale. Che dovrebbe ridurre a tre gli scaglioni di reddito e le relative aliquote progressive IRPEF (23% per i redditi fino a 28.000 euro, 35% per quelli superiori a 28.000 euro ma fino a 50.000 euro e 43% per i redditi che superano i 50.000 euro).